Patto per la Campania e Patto per Napoli: cosa prevedono?

Il primo è operativo da Aprile, l’altro è stato concluso a ottobre dopo una serie di polemiche che ancora non accennano a placarsi, ma il “Patto per Napoli” e quello “per la Campania” rappresentano, ad oggi, i due principali piani di intervento per il rilancio del territorio amministrato dalla giunta De Luca: cosa prevedono?

L’unico punto ancora oscuro rimane “l’affaire Bagnoli“, il quartiere dell’area flegrea di Napoli che, dopo la decisione di commissariamento da parte del Governo, ha rappresentato un punto di non ritorno nei rapporti politico-istituzionali tra il sindaco della Città metropolitana e la corrente renziana del Partito Democratico.

L’edizione odierna de “Il Mattino” ha focalizzato la propria attenzione sui dettagli di entrambi i “Patti“, spiegando nello specifico quali aree verranno privilegiate nel corso del periodo 2016-2020. Toccherà settori e aree estremamente vaste, il piano di interventi siglato ad Aprile 2016. Le infrastrutture verranno migliorate grazie al completamento di nuove linee della metropolitana, al nuovo collegamento tra la stazione di Afragola e la rete metropolitana di Napoli, e al raddoppio Nocera-Castellammare della ferrovia Circumvesuviana.

Per ciò che concerne l’ambiente, spiccano il piano per lo smaltimento delle ecoballe e gli interventi per la bonifica della terra dei fuochi, mentre in ambito universitario e scolastico sono previsti una serie di piani risolutivi destinati al miglioramento dell’edilizia. Tra le altre misure in programma, impossibile non citare la riqualificazione dell’ex Nato di Bagnoli e la progettazione dell’Universiade del 2019.

Il Mattino” ha indicato nomi e numeri dell’accordo siglato da Renzi e de Magistris ad ottobre: 42 milioni di euro saranno destinati alla tratta 1 della Linea metro Capodichino-Di Vittorio; 60 andranno alla bonifica di Napoli orientale; 40 milioni per il trenino su gomma “Brt“; 8 milioni per il parco archeologico della stazione Municipio e altri 5 per il cosiddetto “Albero dei poveri”.