Morte di Aldo Moro: la lettera al nipote

Le parole di un nonno come tutti gli altri che non ha vergogna di mostrare le sue fragilità

Oggi ricorre l’anniversario dell’uccisione di Aldo Moro, esattamente il quarantesimo anniversario. Tra le sue lettere dalla prigionia spicca una lettera scritta al nipote Luca mentre era in prigione: perché Aldo Moro amava la sua famiglia e adorava suo nipote come tutti i nonni e come tutti gli uomini aveva paura.

Paura di morire. Paura di essere ucciso, nonostante la consapevolezza che tutto ciò prima o poi sarebbe accaduto.

Il lato più fragile, più dolce e più umano di Aldo Moro emerge proprio in queste parole: nelle parole di un uomo che per la legalità ha sacrificato la propria vita.

Chissà Luca quanto è stato orgoglioso crescendo, di scoprire chi è Aldo Moro e cosa ha fatto per permettergli di vivere in un mondo migliore. Sono certa che sarà riuscito a trasmettere a quello che era allora un bambino tutto l’amore e i valori di cui aveva bisogno.

Perché chi muore in nome della giustizia, in fondo non muore mai.

Morte di Aldo Moro: la lettera al nipote

“Mio carissimo Luca,
non so chi e quando ti leggerà, spiegando qualche cosa, la lettera che ti manda quello che tu chiamavi il tuo nonnetto. L’ immagine sarà certo impallidita, allora. Il nonno del casco, il nonno degli scacchi, il nonno dei pompieri della Spagna, del vestito di torero, dei tamburelli. E’ il nonno, forse ricordi, che ti portava in braccio come il S.S. Sacramento, che ti faceva fare la pipì all’ora giusta, che tentava di metterti a posto le coperte e poi ti addormentava con un lungo sorriso, sul quale piaceva ritornare. Il nonno che ti metteva la vestaglietta la mattina, ti dava la pizza, ti faceva mangiare sulle ginocchia. Ora il nonno è un po’ lontano, ma non tanto che non ti stringa idealmente al cuore e ti consideri la cosa più preziosa che la vita gli abbia donato e poi, miseramente, tolta. Luca dolcissimo, insieme col nonno che ora è un po’ fuori, ci sono tanti che ti vogliono bene. E tu vivi e dormi con tutto questo amore che ti circonda. Continua ad essere dolce, buono, ordinato, memore, come sei stato. Fai compagnia oltre che a Papà e Mamma, alla tua cara Nonna che ha più che mai bisogno di te. E quando sarà la stagione, una bella trottata coi piedini nudi sulla spiaggia e uno strattone per il tuo gommoncino.

La sera, con le tue preghiere, non manchi la richiesta a Gesù di benedire tanti ed in ispecie il Nonno che ne ha particolare bisogno. E che Iddio pure ti benedica, il tuo dolcissimo volto, i tuoi biondi capelli che accarezzo da lontano, con tanto amore.

Ti abbraccio tanto, nonno Aldo”