Cos’è l’inchiesta di Fanpage sul figlio di De Luca (VIDEO)

Si diffonde l’inchiesta di Fanpage, chiamata Bloody Money, su un presunto giro di smaltimento rifiuti in Campania. Al centro dell’attenzione un candidato di Fratelli d’Italia e il figlio di Vincenzo De Luca.

Cos'è inchiesta Fanpage De Luca
Screenshot dal video

È scoppiata una bomba mediatica e politica dopo le inchieste giornalistiche sulla corruzione pubblicate dalla redazione napoletana di Fanpage, nonappena passato il clamore per i video delle Iene su Rimborsopoli. Con due video da 13 minuti l’uno, un “finto” boss della Camorra ha proposto a politici ed imprenditori un falso accordo su smaltimento di rifiuti – normali e pericolosi – in cambio di mazzette e tangenti.

L’inchiesta, dal nome Bloody Money, è stata vista e ricondivisa da tantissime persone e da quasi tutte le testate nazionali. Ad essere coinvolti nella macchina ci sarebbero un candidato per Fratelli d’Italia al Parlamento per le prossime Elezioni Politiche e addirittura Roberto de Luca, figlio del presidente Vincenzo, assessore al bilancio del Comune di Salerno.

Ad essere sotto la lente anche il presidente dell’azienda che si occupa di ambiente controllata dalla Regione Campania. Le riprese sono state svolte in sei mesi, ma solo ora sono stati pubblicati tutti i video con i dettagli.

Inchiesta Fanpage, le reazioni della politica

Risposta secca di Vincenzo de Luca alle domande dei cronisti sulla posizione del figlio: “Pensate alle nuove generazioni e agli asili nido e non a queste effervescenze“.  Su Facebook, invece, toni più duri da parte del presidente campano che parla di aggressione mediatica: “Da oggi in poi saremo noi a chiedere che siano accesi i riflettori su tutta questa vicenda sconcertante, sulla quale occorrerà indagare a fondo, su ogni suo aspetto.
Per adesso voglio rivolgere ai camorristi e a chi li ingaggia – rivolgendosi, probabilmente, a Fanpage – un mio messaggio sobrio e amichevole: vi faremo ringoiare tutto”.

Parla anche Matteo Renzi, segretario Dem, chiamato in causa in quanto capo politico del partito: “Penso che abbiate il diritto e il dovere di dimostrare la vostra innocenza – riferendosi ai giornalisti indagati – non posso commentare finché c’è una indagine della magistratura che riguarda anche voi. Finché c’è la magistratura i politici è meglio che tacciano. E questo vale anche per voi“.

Innumerevoli le reazioni dell’opposizione, che tra durissimi botta e risposta, stanno caratterizzando quest’ultima parte, durissima anch’essa, di campagna elettorale.

“Bloody Money”, la magistratura a lavoro

Diversi fascicoli aperti in contemporanea dai PM di Napoli, in particolare Giuseppe Borrelli, i sostituti Celeste Carrano, Henry John Woodcock, Ilaria Sasso del Verme, Ivana Fulco e Sergio Amato. Sequestri e perquisizioni si sono susseguiti in questi giorni.

Intanto sono stati indagati anche il direttore della testata Fanpage.it Francesco Piccinini e il giornalista Sacha Biazzo che ha curato l’inchiesta, l’accusa è di istigazione alla corruzione. Monta, quindi, la protesta anche tra le associazioni di settore. Il grido è unanime: “È stato leso il diritto di cronaca”.

Prima parte inchiesta Fanpage, VIDEO

Seconda parte inchiesta Fanpage, VIDEO

Scritto da Matteo Squillante

Napoletano di nascita, attualmente vivo a Roma. Giornalista pubblicista, mi definisco idealista e sognatore studente di Storia presso l'Università di Roma Tor Vergata. Osservatore silenzioso e spesso pedante della società attuale. Scrivo di ciò che mi interessa: principalmente politica, cinema e temi sociali.