Castello di Sammezzano: Storia e Info Visite

Poco distante da Firenze si trova un castello delle meraviglie, dove l’Oriente rivive tra le bellezza della Toscana.

Castello Di Sammezzano Storia Visite

Secondo i dati riportati dall’UNESCO, Firenze è il capoluogo della regione che detiene il primato con le maggiori opere d’arte riconosciute in tutto il mondo.

Circondato da alberi secolari, nella piccola località nel comune di Reggello, si trova il celebre castello di Sammezzano, una struttura unica nel suo genere, un vero e proprio gioiello della Toscana.

La Storia

Il Castello di Sammezzano fu costruito nel XVI secolo, ma solo nel XIX secolo fu trasformato in una dimora in stile moresco. Nel castello vi sono ben 365 stanze, una per ogni giorno dell’anno ed ognuna di queste è decorata in modo unico con dei colori sgargianti.

Il castello, ha assunto l’aspetto attuale grazie all’opera di un unico uomo: Ferdinando Panciatichi Ximenes d’Aragona che trasformò e ampliò l’edificio preesistente negli anni tra il 1843 e il 1889. Nell’800 fu un grande esponente politico nella città di Firenze, dedicando la sua vita a questo progetto e vivendo nel castello per oltre quarant’anni.

Castello di Sammezzano Storia Visite

La storia del luogo è molto remota, tanto da risalire all’epoca romana e continuare nei secoli successivi. La tenuta di cui fa parte Sammezzano appartenne a famiglie molto importanti: dagli Altoviti a Giovanni Jacopo de Medici, che a sua volta la vendette a Sebastiano Ximenes. Tali beni, infatti, rimasero fino all’ultimo erede della famiglia. Influenzato dalla corrente culturale definita “Orientalismo”, che si diffuse in tutta Europa dall’inizio dell’800 e che vide Firenze uno dei principali centri, Ferdinando iniziò a modificare la struttura esistente e realizzare nuove sale: la sala di ingresso nel 1853, nel 1862 il corridoio Delle Stallattiti, la sala da ballo nel 1867 fino alla torre centrale che riporta scolpita la data del 1889.

Il parco del Castello

Come esperto e appassionato di botanica, Ferdinando riorganizzò anche un’ampia area circondante al castello di circa 65 ettari e che costituisce il cosiddetto Parco storico. Intorno all’antica “ragnaia” formata da una fustaia di lecci, collocò un gran numero di piante rare ed esotiche che dovevano introdurre progressivamente il visitatore o l’ospite alle meraviglie dello stile “moresco” della Villa-Castello.

Il Parco presenta un patrimonio botanico inestimabile formato non solo dalle specie arboree introdotte ma anche da quelle indigene. Tra le prime le più conosciute sono senza dubbio le sequoie (Sequoia sempervirens e Sequoia gigantea) che hanno trovato a Sammezzano condizioni geo-pedologiche e climatiche favorevoli alla loro vegetazione.

castello di sammezzano parco

Fra queste spicca la “sequoia gemella” alta più di 50 metri e non solo fa parte degli alberi monumentali d’Italia, ma anche della ristretta cerchia dei “150 alberi di eccezionale valore ambientale o monumentale”.

Il Castello di Sammezzano oggi

Dopo la morte di Ferdinando, il castello inizio a cadere in rovina: fu saccheggiato durante la seconda guerra mondiale e, finita la guerra, venne trasformato in un hotel di lusso fino al 1990, quando venne acquistato da una compagnia inglese.

Sfortunatamente, però, a causa della crisi finanziaria dei proprietari, il meraviglioso castello fu abbandonato.
Dopo anni di abbandono e progressivo degrado il maniero è in fase di recupero, mentre l’associazione no profit Comitato FPXA 1813-2013, nato per celebrare i 200 anni dalla nascita del Marchese, organizza periodicamente visite aperte al pubblico. Raccontando la storia del Marchese e del suo incredibile castello, affinché la memoria non vada perduta.

Come visitare il Castello di Sammezzano?

Durante tutto questo tempo, solo un gruppo di volontari ha organizzato delle visite saltuarie al suo interno, con una frequenza di 3 o 4 l’anno.

Queste visite guidate possono contenere un massimo di 800 persone per volta e in meno di un minuto i server vengono subissati da più di 10mila richieste da tutto il mondo, e questo dà la misura dell’attrattiva che potrebbe diventare se venisse mantenuto e gestito correttamente. La prima asta c’è stata nell’ottobre del 2015, la base era 22 milioni di euro ed è andata deserta.