Ampliamento Stir Avellino, si discute in Provincia

In Irpinia tiene banco la questione inerente all’ampliamento dello Stir di Pianodardine, “l’impianto di  trattamento  meccanico  e biologico, destinato alla produzione di  frazione secca trito vagliata da destinare a recupero  energetico e frazione  umida  da conferire in  discarica“. Dopo i risvolti delle scorse settimane, é stato il presidente della provincia Domenico Gambacorta ad invitare i sindaci dei comuni interessati alla questione ad un incontro formale che si terrà domani mattina alle 11.30 a Palazzo Caracciolo, sede della Provincia.

Il meeting servirà ad approfondire le tematiche e le problematiche della questione, e coinvolgerà i primi cittadini di Avellino, Atripalda, Manocalzati, Montefredane, Prata Principato Ultra e Pratola Serra, ai quali si aggiungeranno Vincenzo Sirignano di Asi (Consorzio Per L’Area Di Sviluppo Industriale Della Provincia Di Avellino) e l’amministratiore unico di Irpiniambiente, il braccio operativo della provincia che si occupa di gestire l’intero ciclo di raccolta, trasporto e recupero/smaltimento dei rifiuti.

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E proprio Irpiniambiente nel 2015 propose una variante sostanziale all’impianto, attraverso cui si potrà realizzare – al’interno dello Stir – un impianto di compostaggio della frazione organica dei rifiuti dell’hinterland avellinese. La proposta, che ha incontrato anche il parere favorevole della Regione Campania, permetterà al sito di avere una capacità di lavorazione di 12 mila tonnellate l’anno, secondo quanto riportato dal quotidiano “Il Mattino“.

I SINDACI CONTRO L’AMPLIAMENTO – La riunione di Palazo Caracciolo servirà a fare il punto di una situazione tutt’altro che serena. A porre il veto all’ampliamento sono stati i sindaci dei comuni interessati, ed in particolare Tropeano (Montefredane) e Spagnuolo (Atripalda), secondo cui la zona risentirebbe in maniera eccessiva dell’inquinamento dell’aria e delle acque. Inoltre, secondo i primi cittadini la Regione avrebbe autorizzato la realizzazione di un tritovagliatore per la realizzazione dell’umido scavalcando le volontà dei rappresentanti dei territori.